01-12-12, 12:22 PM
[quote name='Mustanghino' timestamp='1326298447' post='399871']
ragazzi, il mondo si evolve: sono convinto che molti di voi che sognano gli anni 50 e 70 (nessuno sogna i 60, tranne forse io?), sognerebbero altro se fossero vissuti in quelle epoche. magari gli anni 30, e cosi via fino a tornare alla preistoria: non facevo questo forum pieno di romanticoni e nostalgici: e a dirla tutta a me piacerebbe vivere nella Spagna, nella Sicilia o nel Medio-Oriente nel X secolo: naturalmente per fare il nababbo, lo sceicco o il sultano di turno per un paio di vergini al giorno.
Suvvia siamo volenti o nolenti nel XXI secolo con tutto quello che ne consegue, il mondo va avanti, per alcuni aspetti peggiora per altri migliora, in ogni caso si appiattisce: tra 50 anni saremo un unico popolo, con stessi gusti, stessi vestiti, stessi gadget, stessi problemi sociali (Africa a parte).
Confrontare questa Dart con quella prodotta negli anni '70 non ha senso: e se proprio dobbiamo confrontarla trovo più scandaloso l'uso che Dodge ha fatto del nome Charger.
Le auto americane si stanno europeizzando per motorizzazioni e dimensioni, è vero, ma ancor di più le auto europee si stanno americanizzando.
Negli anni '80 inizio '90 le city car (Uno/Punto, S5-Clio, Fiesta, Polo etc) avevano motorizzazioni 1.000cc/1300cc e potenze dell'ordine dei 60-75 CV, erano lunghe al massimo 370cm e se avevano gli alzacristalli elettrici era un tripudio di tecnologia (non parlo delle versioni top, ma di quello che effettivamente veniva venduto in massa).
Ora le city car hanno una cilindrata media di 1200cc/1400cc e 80/100 CV, le trovi già fornite di A/C e sotto i 400cm son considerate scatolette.
Stessa considerazione per le auto del segmento C/D che sono passate dall'avere motori 1600cc/1800cc con 100/110CV a 2000cc con 150CV e la lunghezza è accresciuta di 50 cm.
In tutta sincerità più che il downsize subito dalle USCar io vedo che noi ci stiamo troppo americanizzando, in quanto 120CV-150CV li riteniamo sufficienti solo per portare i bimbi a scuola
[/quote]
O/T
Mi hanno regalato un fantastico film: Midnight in Paris. C'è la mano di Woody Allen.
Molto carino.
Brevemente, uno scrittore in viaggia a Parigi, si tuffa negli anni 30, ogni sera una vettura di quel periodo lo porta diretto in quell'epoca magica. La mattina ritorna nella Parigi attuale.
Appassionato di vintage, un saccente amico (nell'epoca moderna) gli fa notare che la passione del vintage è data da un senso d'insicurezza, nella sensazione del non riuscire nell'epoca presente, con la convinzione che vivere in un'epoca diversa sarebbe stato favorevole per le proprie aspettative.
Nei momenti che trascorre negli anni 30, ha sempre più la consapevolezza che siano gli anni migliori, gli anni che gli avrebbero consentito al suo estro da scrittore di uscire liberamente.
Conosce Picasso, Hemingway, Fitzgerald ecc....e s'innamora di una ragazza, amante di Modigliani.
Verso la fine del film, mentre sono seduti a un tavolino, passa una carrozza e proietta sia lui, che la ragazza, nella belle epoque. Quelli erano gli anni preferiti dalla ragazza, dove gli artisti erano tali e non facevano disegni strani come quelli del Picasso...e sedendosi al tavolino, sente due scrittori chiacchierare come l'epoca migliore sia stata in realtà la rivoluzione francese...
Insomma, mette in risalto l'aspirazione ricorrente che abbiamo che l'epoca migliore sia una particolare e passata...
In campo automobilistico sarei voluto nascere negli anni 70, al fianco delle muscle car. Eppure son sicuro fossi nato in quegli anni sarei stato appassionato di hot rod....
Insicurezza dicevo, probabilemente si.
ragazzi, il mondo si evolve: sono convinto che molti di voi che sognano gli anni 50 e 70 (nessuno sogna i 60, tranne forse io?), sognerebbero altro se fossero vissuti in quelle epoche. magari gli anni 30, e cosi via fino a tornare alla preistoria: non facevo questo forum pieno di romanticoni e nostalgici: e a dirla tutta a me piacerebbe vivere nella Spagna, nella Sicilia o nel Medio-Oriente nel X secolo: naturalmente per fare il nababbo, lo sceicco o il sultano di turno per un paio di vergini al giorno.
Suvvia siamo volenti o nolenti nel XXI secolo con tutto quello che ne consegue, il mondo va avanti, per alcuni aspetti peggiora per altri migliora, in ogni caso si appiattisce: tra 50 anni saremo un unico popolo, con stessi gusti, stessi vestiti, stessi gadget, stessi problemi sociali (Africa a parte).
Confrontare questa Dart con quella prodotta negli anni '70 non ha senso: e se proprio dobbiamo confrontarla trovo più scandaloso l'uso che Dodge ha fatto del nome Charger.
Le auto americane si stanno europeizzando per motorizzazioni e dimensioni, è vero, ma ancor di più le auto europee si stanno americanizzando.
Negli anni '80 inizio '90 le city car (Uno/Punto, S5-Clio, Fiesta, Polo etc) avevano motorizzazioni 1.000cc/1300cc e potenze dell'ordine dei 60-75 CV, erano lunghe al massimo 370cm e se avevano gli alzacristalli elettrici era un tripudio di tecnologia (non parlo delle versioni top, ma di quello che effettivamente veniva venduto in massa).
Ora le city car hanno una cilindrata media di 1200cc/1400cc e 80/100 CV, le trovi già fornite di A/C e sotto i 400cm son considerate scatolette.
Stessa considerazione per le auto del segmento C/D che sono passate dall'avere motori 1600cc/1800cc con 100/110CV a 2000cc con 150CV e la lunghezza è accresciuta di 50 cm.
In tutta sincerità più che il downsize subito dalle USCar io vedo che noi ci stiamo troppo americanizzando, in quanto 120CV-150CV li riteniamo sufficienti solo per portare i bimbi a scuola
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O/T
Mi hanno regalato un fantastico film: Midnight in Paris. C'è la mano di Woody Allen.
Molto carino.
Brevemente, uno scrittore in viaggia a Parigi, si tuffa negli anni 30, ogni sera una vettura di quel periodo lo porta diretto in quell'epoca magica. La mattina ritorna nella Parigi attuale.
Appassionato di vintage, un saccente amico (nell'epoca moderna) gli fa notare che la passione del vintage è data da un senso d'insicurezza, nella sensazione del non riuscire nell'epoca presente, con la convinzione che vivere in un'epoca diversa sarebbe stato favorevole per le proprie aspettative.
Nei momenti che trascorre negli anni 30, ha sempre più la consapevolezza che siano gli anni migliori, gli anni che gli avrebbero consentito al suo estro da scrittore di uscire liberamente.
Conosce Picasso, Hemingway, Fitzgerald ecc....e s'innamora di una ragazza, amante di Modigliani.
Verso la fine del film, mentre sono seduti a un tavolino, passa una carrozza e proietta sia lui, che la ragazza, nella belle epoque. Quelli erano gli anni preferiti dalla ragazza, dove gli artisti erano tali e non facevano disegni strani come quelli del Picasso...e sedendosi al tavolino, sente due scrittori chiacchierare come l'epoca migliore sia stata in realtà la rivoluzione francese...
Insomma, mette in risalto l'aspirazione ricorrente che abbiamo che l'epoca migliore sia una particolare e passata...
In campo automobilistico sarei voluto nascere negli anni 70, al fianco delle muscle car. Eppure son sicuro fossi nato in quegli anni sarei stato appassionato di hot rod....
Insicurezza dicevo, probabilemente si.