6° Covegno Nazionale sui Veicoli di interesse Storico e Collezionistico
6° Convegno Nazionale sui Veicoli dâinteresse Storico e Collezionistico
Organizzato dallâASI Automotoclub Storico italiano in collaborazione
con il CISA Centro Italiano di Studi Amministrativi â Ignazio Scottoâ
Roma â 16 novembre 2012
LâASI ha riunito per la sesta volta a Roma un gruppo di esperti, per dibattere i temi, che in questo momento, sono di attualità per il mondo del collezionismo automotoristico.
Nella giornata del 16 novembre nella sala della Protomoteca in Campidoglio si sono affrontate tematiche relative alla circolazione dei mezzi storici, al valore culturale del veicoli storico, alle problematiche inerenti revisioni e al fatto che il veicolo storico costituisca elemento di presunzione di reddito, visti gli accertamenti dei quali sono stati fatti oggetto dei normali collezionisti.
La giornata di lavoro e studio è stata presieduta
da due presidenti del Consiglio di Stato, il dr. Pasquale de Lise e il dr. Paolo Salvatore.
In conclusione tutti gli oratori si sono trovati concordi su alcuni punti basilari circa la salvaguardia e lo sviluppo del collezionismo automotoristico:
i veicoli storici vanno salvaguardati in quanto portatori di cultura
il veicolo storico non va rinchiuso nei musei ma deve circolare
i centri urbani , come in Germania, devono essere aperti a questi veicoli
il veicolo storico in quanto tale non deve entrare a far parte dei veicoli previsti dal redditometro, in quanto non può svolgere funzioni legate allâattività professionale del proprietario, ma costituisce il soddisfacimento di un mero gusto collezionistico.
In casi particolari effettivamente lâacquisto di veicoli di alto valore, non congruente con il reddito denunciato dallâacquirente, può dare origine giustamente ad indagine, ma ciò avviene anche in occasione dellâ acquisto di un qualsiasi bene immobile registrato.
Il convegno ha visto la presenza del
Consigliere Comunale Valerio Cianciulli che ha portato il saluto del Sindaco di Roma Gianni Alemanno,
dellâOnorevole Enrico Pianetta, del Direttore Generale della Motorizzazione Civile
Arch. Maurizio Vitelli, di eminenti rappresentanti del mondo universitario, di magistrati e di esperti del settore.
Il
Consigliere Valerio Cianciulli ha esposto la novità relativa all'emendandamento da lui proposto al regolamento taxi approvato con la Delibera n. 68 del 2011 con la quale si è concesso ai titolari delle licenze di carrozzelle a trazione animale di poterle sostituire con veicoli storici (autovettura o motocarrozzetta) da utilizzare come taxi. Il Consigliere ha inoltre illustrato due proposte di delibera. Una che riguarda lâaccesso dei mezzi storici allâinterno dellâanello ferroviario e unâaltra con cui si sta pensando di approntare una grande teca da installare in una piazza, nella quale esporre veicoli storici particolarmente significativi.
Prima di dare inizio ai lavori
il Presidente dellâASI Avv. Roberto Loi, ha richiamato i motivi alla base del convegno: primo fra tutti il timore dei collezionisti relativamente agli aspetti fiscali, in quanto negli atti notificati vengono segnalati valori dâacquisto e costi di manutenzione con parametri non adeguati. Loi ha poi ribadito lâimportanza culturale dei mezzi dâepoca e le persistenti difficoltà relative alla circolazione dei veicoli storici.
Nel suo intervento dellâ
Onorevole Enrico Pianetta ha dato un messaggio rassicurante affermando la necessità di salvaguardare e valorizzare un grande patrimonio che non è solo di natura tecnica. Questo convegno, ha proseguito, può svolgere una grande funzione. Lâavvocato Loi ha espresso una grande preoccupazione per le questioni fiscali in un contesto italiano ed europeo di difficoltà economica. Credo che lâinsieme degli elementi che ho evidenziato
possano in questâultimo scorcio di legislatura far diminuire la preoccupazione. Mi auguro che da questo convegno possa uscire una presa di posizione precisa e determinataâ.
Lâ internazionalità del convegno è stata assicurata dagli interventi del Vice Presidente della Commissione Legislativa della FIVA âFÃ
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ration Internationale des VÃ
hicules Anciens â
Tiddo Brester , che ha fatto il punto sullâ attuale situazione gravemente disomogenea che caratterizza le politiche dei vari stati europei sullâargomento e da
Andrew Turner coordinatore FIVA della legislazione europea in materia di motorismo storico, che ha illustrato quanto la Federazione sta facendo alfine di ottenere un riconoscimento univoco dei diritti dei collezionisti e dei veicoli storici stessi.
Lâ Arch. Maurizio Vitelli , direttore generale della MCTC ha messo in luce lo sforzo della Motorizzazione per permettere agli appassionati di utilizzare i loro veicoli.
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Tutto il patrimonio frutto dellâingegno dellâuomo non deve essere sprecato. Lâatteggiamento che abbiamo quando trattiamo la sicurezza relativa allâutilizzo di questi veicoli è come quello che si ha nei casi di un manufatto architettonico.
Occorre intervenire senza snaturare il veicoloâ.
Lâingegner Salvatore Napolitano, della direzione Generale per la Motorizzazione ha invece esposto in modo efficace la normativa riguardante i veicoli storici, evidenziando anche le procedure con le quali è possibile farli tornare a circolare.
Raffaello Lupi â ordinario di Diritto Tributario dellâ Università di Roma âTor Vergataâ, ha parlato del rapporto tra i tributi e i mezzi storici. Un tema scottante: âIl famoso âaccertamento sinteticoâ â dice lâesperto romano â inserisce le vetture dâepoca in un mosaico di fatti indizianti. Rispetto ad una vetture moderna è però una posizione più difendibile. La vettura dâepoca rappresenta teoricamente un âcosto zeroâ. Chi ha però âscheletri nellâarmadioâ può trovarsi in difficoltà perchÃ
lâaccertamento mira a determinare la capacità di spesa e quindi il reddito. La legge sul sintetico fa riferimento ai veicoli iscritti al PRA. La logica ora prevede lâaccertamento, azione che rende necessario un ricorso e
la dimostrazione di disporre di un reddito adeguatoâ.
Stefano Toschei, magistrato del TAR del Lazio, ha posto in evidenza la frequente discrepanza tra le leggi nazionali, quelle regionali e i provvedimenti dei Comuni in materia di circolazione. Risulta evidente come spesso le norme si contraddicano e come non esista un regolamento unico, valido su tutto il territorio nazionale. Basta osservare, consultando i siti internet di Regioni, Province e Comuni, come risulti difficile comprendere se un veicolo storico può o non può circolare nelle città .
Gianni Marongiu ordinario di diritto tributario presso lâ Università Genova ha affermato in sintesi che nella stesura della tabella dei beni da redditometro il legislatore ha inteso riferirsi ad autoveicoli che siano in grado di soddisfare le differenziate esigenze della vita di affari, ma non un mero gusto collezionistico.
Lâauto storica non è per chi la possiede, un abituale mezzo di trasporto.
Eâevidente che non sia inimmaginabile lâutilizzazione, quale bene strumentale, di un autoveicolo âstoricoâ. Sulla base di queste osservazioni sembra si possa concludere che lâauto storica di per sÃ
non sia rilevante ai fini del redditometro. Ciò non significa che essa, di volta in volta, non possa assumere un qualche rilievo ai fini dellâ accertamento sintetico.
Tra questi casi si individuano, tutti i tipi di investimento, immobiliare, mobiliare e finanziario.
Fra gli investimenti mobiliari la giurisprudenza dà rilievo allâacquisto di beni mobili registrati, aeromobili, autoveicoli, imbarcazioni.
E così se in un anno un contribuente, che dichiari un reddito medio di cinquantamila euro, acquista unâautomobile storica, del valore di alcune centinaia di migliaia di euro, questo acquisto potrà legittimare lâapertura di una istruttoria volta a chiedersi, ed a chiedere (allâinteressato)
dove ha tratto le disponibilità per un acquisto così rilevante.
In questa ipotesi non ha rilievo il fatto che si tratti di una auto storica, ma ha rilievo lâentità dellâinvestimento che può fare presumere la disponibilità di un reddito superiore a quello dichiarato.
In conclusione il convegno ha posto in evidenza i punti fermi che da sempre sono centrali nella filosofia operativa dellâASI.
Il veicolo storico è portatore di cultura e di conseguenza va considerato in questa sua funzione
Al veicolo storico deve essere garantita possibilità di movimento
Il veicolo storico in quanto tale
non deve essere sottoposto a controlli che ne snaturino lâoriginalità .
Le spese per la manutenzione e la conservazione del veicolo storico sono di entità ridotta dato lâirrilevante chilometraggio annuo di questi mezzi.
Il veicolo storico non può e non deve soddisfare necessità che esulino dal mero gusto collezionistico e di conseguenza non può essere considerato significativo, nella determinazione reddituale del proprietario.
In conclusione il patrimonio rappresentato dai veicoli storici conservati ,custoditi, controllati e usati per la loro specifica funzione
va considerato un bene, che lo Stato deve salvaguardare promuovendone lo sviluppo a favore delle future generazioni.
Torino: 19 novembre 2012 Comunicato N° 58 -12