30-07-08, 05:33 PM
[quote name='funnycar' post='144636' date='30/7/2008, 16:21']?Ancora una volta lei punta troppo in alto sig. Canina, ma cosa crede, che negli USA siano nati tutti imparati??
Ho recentemente conosciuto diversi personaggi che potrebbero offendersi, nel sentire questo inopportuno apprezzamento. Non sono il loro ?difensore d?ufficio? e lascio correre? pro bono pacis.
C?? una cosa che non riesco a capire: l? America?s Cup e le Olimpiadi, il Campionato del Mondo di Calcio e quello di Formula 1 si disputano ovunque, nel Mondo, secondo regole e calendari universalmente accettati. Anche il ping-pong, per quanto mi ? dato sapere? Per di pi? una partita di calcio dura ovunque novanta minuti, ed il tempo migliore per le qualificazioni in griglia ? cronometrato da cronometri ?standard?, sia in Arabia Saudita che in Cina od in Germania.
Qualcuno mi pu? spiegare, senza ?partire per la tangente?, perch? uno sport regolamentato da 57 anni (dal 1951) e cos? accettato dall?Australia alla Svezia dovrebbe essere ?diverso? soltanto in Italia? Diciamo almeno nominalmente, in quanto le interpretazioni sono tutt?altra cosa, al contrario dei Regolamenti pi? volte invocati e molto spesso non rispettati.
La drag race prevede oltre duecento Classi nelle quali pu? essere classificata una vettura: ? veramente possibile che non ce ne sia una che ?stia comoda? a qualcuno dei (potenziali) drag racers italiani?
Dal ?grudge racing? al ?Countdown to One?, passando per migliaia di competizioni disputate ogni anno, ? realisticamente accettabile che si verifichino queste difficolt? linguistiche nel definire, in Italia, un ?run? sulla strip? (N.B.: sempre che di ?strip? si possa parlare?)
Perch? non ? ancora venuto in mente a nessuno di realizzare un semaforo tutto italiano a sei od otto luci, soltanto per distinguerci da tutti gli altri?
Perch? si usano tecniche, special parts, ricambi, pneumatici, combustibili, additivi, misure di sicurezza e procedure proprie della drag race Made in the USA, per fare tutt?altro? Usiamo tutto, e ci sta bene; mai le Rules?
Pare che ?drag racing?, per noi italiani, sia una semplice ?espressione idiomatica? come, per il Principe di Metternich, l?Italia era una mera ?espressione geografica?: se ? cos?, ?anything goes? ed allora limitiamoci al ?run what ya brung?, sarebbe niente altro che una elegante dimostrazione di buon gusto per alcuni e ?sano divertimento? per altri.
Anzi, suggerisco di adottare le varie traduzioni (che, purtroppo, non conosco) nei vari dialetti italiani, tutti molto ?colorful?.
Per educazione nei confronti di tutti ricordo di aver gi? espresso l?intenzione di non dilungarmi in discussioni fine a se stesse: Egregio Dottor Lauro, non ho paura, non manco di argomenti, almeno credo, non voglio convincere nessuno ad abbracciare le mie convinzioni: inoltre, non mi piace tediare altre persone. Per me la discussione ? finita.
Lei interpreti la mia decisione ?come meglio Le aggrada?. Cordiali saluti.
Franco Canina[/quote]
Mi scusi, ma come vede ho la buona abitudine di rispondere ad un post includendo integralmente il testo della domanda: non credo sussistano problemi di spazio, ed il lettore ha una visione piu` completa. Nel caso specifico, la frase che lei ha estrapolato dal mio post puo` assumere significati differenti se isolata dal resto del post quindi, mi permetto di spiegarle meglio al fine di evitare equivoci:
il Dragracing e` nato negli USA, i regolamenti, inizialmente estremamente semplici, si sono evoluti, sia per migliorare le condizioni di sicurezza, sia per appianare il piu` possibile le differenze prestazionali al fine di far emergere l'abilita` del pilota, sia per adeguarsi alla continua evoluzione tecnologica dei veicoli, da corsa e stradali. L'aggettivo "imparati" (sono certo che comprenda l'ironia dello strafalcione grammaticale), e` riferito al fatto che come all'inizio della storia, gli americani non hanno partorito in una notte il regolamento come lo leggiamo noi oggi, non si puo` pretendere che in Italia siamo subito tutti bravissimi ed in grado di percepire ed adeguarci a tale regolamento. Puntare troppo in alto significa proprio questo: prendere un regolamento, tradurlo, andare alla CSAI chiedendone l'approvazione integrale senza modifiche, e pensare che tutti fossero li` ad attendere solo quello, pronti con piste, impianti di cronometraggio, un numero di macchine sufficiente a riempire numerosi ladder, e soprattutto tutte molto simili tra loro.
Quando ho iniziato la trafila di presentazione del regolamento dragracing in Italia sa cosa mi hanno detto in CSAI? "Guardi, in passato qualcuno ci aveva gia` provato, ma nessuno ci capiva un granche` soprattutto tra i potenziali piloti, quindi e` finito tutto sul nascere... lei dr. Lauro cosa spera di fare di diverso?"
Sig. Canina, lei ha probabilmente vissuto la difficolta` di far entrare nella testa degli appassionati italiani il concetto di handycap, la partenza sfalsata, l'indice, il breakout. Chi corre oggi l'ha capito, e pian piano crea proseliti spiegando agli amici come funziona, ma per creare una mentalita` da dragracer e farla diventare "di gruppo" ci vuole molto molto tempo. Le gare, come le partite, si vivono in pista ma si discutono al bar, e se gli appassionati non sanno di cosa parlano, del perche` il loro beniamino ha vinto o perso, l'entusiasmo crolla subito.
Inoltre, proprio non vedo cosa ci sia di cosi` diverso tra il regolamento NHRA e quello Italiano: si corre con 6 classi, divise in E.T. Sportsman E.T. Pro ed E.T. Super Pro per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, le E.T. Super Pro sono Super Street, Super Gas e Super Comp, e corrono con indici riconosciuti ovunque 10,90 9,90 8,90. Le E.T. Pro e le E.T. Sportsman corrono in altre tre classi ad indice 14 13 e 12 sec., per le macchine piu` lente e` stata istituita una ulteriore categoria bracket, con dial in dichiarato al centesimo e conseguente partenza sfalsata. Una volta che il concorrente, a seguito di prove libere, capisce le proprie prestazioni, valuta e decide in quale di questi intervalli competere. Tutto cio` rende non necessaria alcuna verifica prestazionale ma solo una verifica di sicurezza, i cui parametri cambiano a seconda del tipo di veicolo e del potenziale. Questa formula sta funzionando bene, sia da noi che in Francia, ma anche in Svizzera e Germania si corre nello stesso modo, non crede che ci siano motivi validi?
Nelle nostre gare viene spesso a correre un militare della base di Aviano, con una Transam rossa volumetrica (12 sec.) e si diverte sempre molto; ha corso anche negli States ovviamente, ma non mi ha mai mosso un appunto sui regolamenti, parla poche parole di italiano e non e` stato in grado di leggere il regolamento italiano, eppure e` stato da subito in grado di correre ed essere competitivo. Se mai avremo occasione di incontrarci in una riunione a parlare di regolamenti cerchero` di portare anche lui, credo che il parere di un dragracer D.O.C. possa risultare interessante per tutti.
Infine non credo sia giusto etichettare da (potenziali) i dragracers italiani, dato che molti di loro si sono distinti anche in altri paesi europei, corrono (almeno con noi negli ultimi anni) su strip in piena regola (non come Monza il cui rettilineo finisce con una larghezza di poco superiore a 10 mt. quando le specifiche internazionali prevedono 55 ft. per le piste esistenti e 60 per quelle nuove, vale a dire quasi il doppio...)
Ho recentemente conosciuto diversi personaggi che potrebbero offendersi, nel sentire questo inopportuno apprezzamento. Non sono il loro ?difensore d?ufficio? e lascio correre? pro bono pacis.
C?? una cosa che non riesco a capire: l? America?s Cup e le Olimpiadi, il Campionato del Mondo di Calcio e quello di Formula 1 si disputano ovunque, nel Mondo, secondo regole e calendari universalmente accettati. Anche il ping-pong, per quanto mi ? dato sapere? Per di pi? una partita di calcio dura ovunque novanta minuti, ed il tempo migliore per le qualificazioni in griglia ? cronometrato da cronometri ?standard?, sia in Arabia Saudita che in Cina od in Germania.
Qualcuno mi pu? spiegare, senza ?partire per la tangente?, perch? uno sport regolamentato da 57 anni (dal 1951) e cos? accettato dall?Australia alla Svezia dovrebbe essere ?diverso? soltanto in Italia? Diciamo almeno nominalmente, in quanto le interpretazioni sono tutt?altra cosa, al contrario dei Regolamenti pi? volte invocati e molto spesso non rispettati.
La drag race prevede oltre duecento Classi nelle quali pu? essere classificata una vettura: ? veramente possibile che non ce ne sia una che ?stia comoda? a qualcuno dei (potenziali) drag racers italiani?
Dal ?grudge racing? al ?Countdown to One?, passando per migliaia di competizioni disputate ogni anno, ? realisticamente accettabile che si verifichino queste difficolt? linguistiche nel definire, in Italia, un ?run? sulla strip? (N.B.: sempre che di ?strip? si possa parlare?)
Perch? non ? ancora venuto in mente a nessuno di realizzare un semaforo tutto italiano a sei od otto luci, soltanto per distinguerci da tutti gli altri?
Perch? si usano tecniche, special parts, ricambi, pneumatici, combustibili, additivi, misure di sicurezza e procedure proprie della drag race Made in the USA, per fare tutt?altro? Usiamo tutto, e ci sta bene; mai le Rules?
Pare che ?drag racing?, per noi italiani, sia una semplice ?espressione idiomatica? come, per il Principe di Metternich, l?Italia era una mera ?espressione geografica?: se ? cos?, ?anything goes? ed allora limitiamoci al ?run what ya brung?, sarebbe niente altro che una elegante dimostrazione di buon gusto per alcuni e ?sano divertimento? per altri.
Anzi, suggerisco di adottare le varie traduzioni (che, purtroppo, non conosco) nei vari dialetti italiani, tutti molto ?colorful?.
Per educazione nei confronti di tutti ricordo di aver gi? espresso l?intenzione di non dilungarmi in discussioni fine a se stesse: Egregio Dottor Lauro, non ho paura, non manco di argomenti, almeno credo, non voglio convincere nessuno ad abbracciare le mie convinzioni: inoltre, non mi piace tediare altre persone. Per me la discussione ? finita.
Lei interpreti la mia decisione ?come meglio Le aggrada?. Cordiali saluti.
Franco Canina[/quote]
Mi scusi, ma come vede ho la buona abitudine di rispondere ad un post includendo integralmente il testo della domanda: non credo sussistano problemi di spazio, ed il lettore ha una visione piu` completa. Nel caso specifico, la frase che lei ha estrapolato dal mio post puo` assumere significati differenti se isolata dal resto del post quindi, mi permetto di spiegarle meglio al fine di evitare equivoci:
il Dragracing e` nato negli USA, i regolamenti, inizialmente estremamente semplici, si sono evoluti, sia per migliorare le condizioni di sicurezza, sia per appianare il piu` possibile le differenze prestazionali al fine di far emergere l'abilita` del pilota, sia per adeguarsi alla continua evoluzione tecnologica dei veicoli, da corsa e stradali. L'aggettivo "imparati" (sono certo che comprenda l'ironia dello strafalcione grammaticale), e` riferito al fatto che come all'inizio della storia, gli americani non hanno partorito in una notte il regolamento come lo leggiamo noi oggi, non si puo` pretendere che in Italia siamo subito tutti bravissimi ed in grado di percepire ed adeguarci a tale regolamento. Puntare troppo in alto significa proprio questo: prendere un regolamento, tradurlo, andare alla CSAI chiedendone l'approvazione integrale senza modifiche, e pensare che tutti fossero li` ad attendere solo quello, pronti con piste, impianti di cronometraggio, un numero di macchine sufficiente a riempire numerosi ladder, e soprattutto tutte molto simili tra loro.
Quando ho iniziato la trafila di presentazione del regolamento dragracing in Italia sa cosa mi hanno detto in CSAI? "Guardi, in passato qualcuno ci aveva gia` provato, ma nessuno ci capiva un granche` soprattutto tra i potenziali piloti, quindi e` finito tutto sul nascere... lei dr. Lauro cosa spera di fare di diverso?"
Sig. Canina, lei ha probabilmente vissuto la difficolta` di far entrare nella testa degli appassionati italiani il concetto di handycap, la partenza sfalsata, l'indice, il breakout. Chi corre oggi l'ha capito, e pian piano crea proseliti spiegando agli amici come funziona, ma per creare una mentalita` da dragracer e farla diventare "di gruppo" ci vuole molto molto tempo. Le gare, come le partite, si vivono in pista ma si discutono al bar, e se gli appassionati non sanno di cosa parlano, del perche` il loro beniamino ha vinto o perso, l'entusiasmo crolla subito.
Inoltre, proprio non vedo cosa ci sia di cosi` diverso tra il regolamento NHRA e quello Italiano: si corre con 6 classi, divise in E.T. Sportsman E.T. Pro ed E.T. Super Pro per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, le E.T. Super Pro sono Super Street, Super Gas e Super Comp, e corrono con indici riconosciuti ovunque 10,90 9,90 8,90. Le E.T. Pro e le E.T. Sportsman corrono in altre tre classi ad indice 14 13 e 12 sec., per le macchine piu` lente e` stata istituita una ulteriore categoria bracket, con dial in dichiarato al centesimo e conseguente partenza sfalsata. Una volta che il concorrente, a seguito di prove libere, capisce le proprie prestazioni, valuta e decide in quale di questi intervalli competere. Tutto cio` rende non necessaria alcuna verifica prestazionale ma solo una verifica di sicurezza, i cui parametri cambiano a seconda del tipo di veicolo e del potenziale. Questa formula sta funzionando bene, sia da noi che in Francia, ma anche in Svizzera e Germania si corre nello stesso modo, non crede che ci siano motivi validi?
Nelle nostre gare viene spesso a correre un militare della base di Aviano, con una Transam rossa volumetrica (12 sec.) e si diverte sempre molto; ha corso anche negli States ovviamente, ma non mi ha mai mosso un appunto sui regolamenti, parla poche parole di italiano e non e` stato in grado di leggere il regolamento italiano, eppure e` stato da subito in grado di correre ed essere competitivo. Se mai avremo occasione di incontrarci in una riunione a parlare di regolamenti cerchero` di portare anche lui, credo che il parere di un dragracer D.O.C. possa risultare interessante per tutti.
Infine non credo sia giusto etichettare da (potenziali) i dragracers italiani, dato che molti di loro si sono distinti anche in altri paesi europei, corrono (almeno con noi negli ultimi anni) su strip in piena regola (non come Monza il cui rettilineo finisce con una larghezza di poco superiore a 10 mt. quando le specifiche internazionali prevedono 55 ft. per le piste esistenti e 60 per quelle nuove, vale a dire quasi il doppio...)